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Due grandi artiste in mostra a Madrid
Historia de dos pintoras: Sofonisba Anguissola y Lavinia Fontana è il titolo della mostra con cui il Museo del Prado, nell’ambito delle celebrazioni per il suo bicentenario, rende omaggio a due delle più grandi signore della storia dell’arte.
Un evento che cade anche a 25 anni esatti da quel 1994 in cui, curiosa coincidenza, a Sofonisba Anguissola e a Lavinia Fontana vennero dedicate due importanti mostre, che ebbero luogo rispettivamente a Cremona e a Bologna.
Le vicende di queste artiste sono totalmente fuori dagli schemi dell’epoca perché, oltre ad avere l’ardire di mostrare i propri talenti in un campo di puro appannaggio maschile, entrambe riescono anche ad affermarsi e raggiungono in vita un enorme successo.
Esordi paralleli
Lavinia Fontana, Autoritratto alla spinetta, Accademia di San Luca, Roma
Mentre Lavinia ha perlomeno il vantaggio di frequentare fin da piccola la bottega del padre, il pittore Prospero Fontana e di poter pertanto accedere a una formazione completa, che le permetterà di affrontare anche soggetti complessi e persino pale d’altare, Sofonisba invece è figlia di un nobile e non di un artista, e ciò la rende un caso unico nella storia. Il suo apprendimento sarà inoltre limitato alla copia d’autore e al genere del ritratto, unici ambiti accettabili per una gentildonna già tanto singolare da volersi dedicare alla pittura.
Sofonisba Anguissola, Autoritratto al cavalletto, Museo del Castello di Łańcut, Łańcut, Polonia
È proprio Sofonisba però, nata circa 30 anni prima di Lavinia, a tracciare per prima la strada. Si deve infatti a lei, e soprattutto a suo padre Amilcare Anguissola, l’idea di costruirsi un’immagine di fanciulla virtuosa e artista che da un lato incarna i principi morali femminili aderenti ai severi dettami della Controriforma e dall’altro risveglia la curiosità in quanto donna acculturata e versata nelle arti, secondo un modello che si sta affermando nelle corti italiane. A questo, oltre che all’instancabile e abilissima opera di promozione del padre, si deve l’enorme successo dei suoi autoritratti giovanili. Una scia su cui si innesta anche la prima produzione di Lavinia Fontana, il cui Autoritratto alla spinetta e Autoritratto nello studio sono direttamente figli delle invenzioni di Sofonisba.
Storie di identico successo
Sofonisba Anguissola, Ritratto di dama (Bianca Ponzoni), Gemäldegalerie, Berlino
Entrambe dotate di un talento non comune nella ritrattistica, sia Sofonisba che Lavinia sono chiamate a immortalare re, regine, papi e una schiera di nobili che si contendono i loro servigi. Se Lavinia è eccezionale nella cura del dettaglio e nella resa dei pizzi, delle stoffe e delle acconciature, Sofonisba possiede una spiccata sensibilità nel cogliere lo spirito dei suoi modelli, che lascia trasparire dietro le fattezze dei volti.
Costretta a mascherare la sua vera attività di pittrice di corte, senza mai poter firmare i suoi lavori, né ricevere per essi alcun compenso che non siano regali o favori, l’Anguissola durante gli anni trascorsi in Spagna, resta sempre confinata dietro la facciata di dama di corte, forzata a calarsi in un ruolo ibrido e indefinito.
Lavinia d’altro canto è artisticamente molto più libera, una vera donna “pittora”, la cui produzione vastissima spazia dal ritratto ai soggetti mitologici, biblici, alle pale d’altare, fino all’incarico di pittrice pontificia, che la porta a moltiplicare le commesse e a ricevere i più alti riconoscimenti. Dietro il fragile paravento di gentildonna che dipinge per piacere, secondo il modello socialmente accettato, si nasconde in realtà una fitta attività commerciale, gestita dapprima dal padre di Lavinia e poi dal marito, il modesto pittore Giovan Paolo Zappi. Quest’ultimo, la cui attività artistica si limita a rifinire pizzi e dettagli dei ritratti eseguiti dalla moglie, funge da suo agente, mediatore, notaio, nonché amministratore di guadagni sempre più ingenti, arrivando a gestire un enorme patrimonio.
… ma biografie di diverso sapore
Lavinia Fontana, Minerva in atto di abbigliarsi, Galleria Borghese, Roma
Artista più completa Lavinia, intellettuale più raffinata Sofonisba, seppur con molti punti in comune, le due donne vivono storie molto diverse.
Irreprensibile nel suo ruolo di figlia e di moglie che, seppure costantemente oberata di lavoro, riesce anche a partorire ben undici figli, Lavinia Fontana raccoglie in sé le virtù che la morale cristiana predica in una donna, dimostrando di coniugare a perfezione carriera e famiglia. Poi, dopo aver dipinto per il cardinal Scipione Borghese un’ultima opera di soggetto curiosamente profano, una splendida Minerva completamente nuda, si ritira insieme al marito in un monastero, dove si spegne neppure un anno dopo.
Di tutt’altro sapore è invece la biografia di Sofonisba Anguissola, soprattutto nella seconda parte della sua vita. Dopo gli anni passati prima sotto l’ala protettrice del padre, poi fra le maglie della ferrea etichetta della corte spagnola, infine accanto a un marito imposto dalla Corona, alla soglia dei 50 anni si trova a un bivio. Rimasta vedova e senza mezzi di sostentamento, davanti alla prospettiva di un ritorno in patria e di un onorato tramonto fra le pareti domestiche, con una decisione del tutto rivoluzionaria, rivendica per la prima volta il diritto di disporre del proprio destino. Incurante delle pressioni che le si scatenano addosso, si sceglie allora un nuovo marito e con lui inizia una nuova vita, che sarà ancora lunga e ricca di successi.
Un comune oblio
Al di là delle similitudini e delle differenze stilistiche o biografiche, ciò che accomuna Sofonisba Anguissola e Lavinia Fontana e le avvicina, questo sì, alla vicenda di quasi tutte le altre artiste al femminile, è senz’altro l’oblio in cui sono state inghiottite. Una voragine che per secoli ha cancellato i loro nomi dalla storia dell’arte e che tuttora rende difficile attribuire e datare le loro opere, per larga parte disperse.
In quanto ammiratrice di tutte le coraggiose pioniere dell’arte e autrice di un romanzo dedicato a Sofonisba, non posso che accogliere con favore iniziative come la mostra di Madrid, visitabile fino al 2 febbraio 2020 e quella di Milano, che dovrebbe essere programmata il prossimo anno a Palazzo Reale e che vedrà protagonista la sola Anguissola.